lunedì 19 maggio 2008

17 Maggio diciottesimo giorno

La strada peggiora, passiamo Krasnojarsk poi e' a tratti bucata e dopo Kansk non c'e' piu', e si sale. E' uno sterrato con la classica tol ondule' africana che si alterna a grosse buche lasciate dai pneumatici degli autotreni, dal loro peso. Riprenderemo l'asfalto 300 Km dopo a Tulun dopo un duro pomeriggio.
E' quello che ci aspetta dopo Cita', quello che ci aspetta per 1700 Km. Se verremo fuori da li' saremo a Vladivostok.
Pranziamo dal primo mussulmano del viaggio, azerbaigiano di Baku, incontrato sulla strada e che appena ci saluta dicendo salamelecum mi fa venire in mente Mario quando fa il marocchino (sciau fratelo frega un cazu italianu rassista..).
Arriviamo lunghi sulla sera per uscire dallo sterrato e per trovare qualcosa per dormire, ci alterniamo davanti per ripartire i rischi del buio (in Marocco fu un asino piantato in mezzo alla strada) ma c'e' la riga bianca di destra sulla carreggiata che ci toglie i maggiori problemi dandoci traiettoria e distanze. E' una sorta di mutuo soccorso anche mantenere posizioni e distanze tra le due Moto, non si gioca mai da soli niente sparate o numeri c'e' da stare attenti ai controlli di polizia alle buche agli animali e anticipare le intenzioni degli indecisi. Se si rimane concentrati sulla strada, si fanno i 90 Km/h i rischi si abbattono notevolmente e se si pensa che l'imponderabile ti accadra' allora e' una questione di ansia.
Il sole ci ha lasciati quasi subito e la foschia densa (insieme alla stanchezza per la pista) ha reso il passaggio nei villaggi psicologicamente piu' pesante. Sono tutte case in legno invecchiato tipo rascard valdostani ma con fondamenta nella terra. Hanno gia lavorato in funzione dell'inverno e tutti hanno enormi legnaie appena fuori casa ( alcune sono in riparazione ) ed e' il legno, ovunque, a prendere la scena. Ma l'aria comunque e' pesante. C'e' pochissima gente in giro e non vedo un sorriso . Ci saluta qualche bambino, rispondiamo a tutti.
Troviamo un albergo alcuni Km fuori dalla strada, e' un albergo in legno con poche camere molto grandi e sembra di essere in casa con i proprietari. E' di epoca Sovietica.
Usciamo per comprare qualcosa da mangiare e si avvicinano dei giovani per fare conoscenza parlare e bere vodka. Sono giovani e girano in macchina con le bottiglie. Vogliono salire sulla Moto, scendo li faccio salire dico in russo che e' pesante. La fanno cadere. Qualcuno addocchia i bagagli e nella notte ci rubano tenda e borsa degli attrezzi .
Chiudiamo a 750 km da Irkutsk dopo aver percorso 570 Km.
Bene noi , bene le Moto.

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