lunedì 19 maggio 2008

15 Maggio sedicesimo giorno

"e io che squadra tengo ?"..a 9 anni io il Roberto e gli altri ragazzini del 16 eravamo venuti a sapere che non eravamo gli unici a giocare a pallone ma giocavano anche "i Grandi", e addirittura in un Campionato. "Sei di Milano, o l"inter o il Milan" disse mio padre regalandomi due magliette una rossonera e una nerazzurra. Scelsi il Milan. Tenni pero' anche il poster dell'Inter di Chiappella nella mia stanza. Era il 1977, il Milan venne salvato da Rivera nelle ultime giornate e io la stagione dopo lo vidi giocare a San Siro prima del suo ritiro. Ma di li a due anni giocai nell'Inter, allenatore Mereghetti. Conobbi anche Benito "veleno" Lorenzi che tento' di incantare la mia bella Mamma di 44 anni che mi aveva accompagnato alla visita medica in via Durini.. "a ma lei e' il signor Lorenzi" disse la Mamma (ritraendosi pero'...).
Anche qui' il calcio e' l'unica cosa visibile oltre alle case quando passiamo nei villaggi, ci sono i campetti come al 16 tanti anni fa, il gioco che non costa niente... quello dei poveri. A questo gioco hanno tolto la magia con il businness, i soldi tra scuole calcio televisioni pay tv, gli ultras lo chiamano "il calcio moderno".
Non si puo' capire il calcio se lo si slega dai ragazzini africani, argentini, russi. Dai vecchi ragazzini italiani. Cosi come non si puo' capire cosa sia la mentalita' ultras se non si e' mai stati un ultra'.
La strada conferma la cartina , e' una sparata dritta per dritta dentro la siberia occidentale. I fusi orari continuano a cambiare e dobbiamo assorbire un'altra ora in piu', sono 5 di differenza con Milano a questo punto del viaggio.
Sulla strada e nelle periferie delle citta' e' pulito, i russi sono stati educati a non creare questo tipo di problemi. Ci salutano con il pugno chiuso, un gesto di saluto evidentemente svuotato dal suo significato politico ma rimasto anche nelle nuove generazioni mutuato dalle vecchie. Sono sempre curiosi con noi e ci chiedono costantemente da dove veniamo se siamo diretti negli Altaj o sul Baykal e hanno gesti di stupore quando diciamo che siamo diretti a Vladivostok.
Spesso facciamo colazione con pranzo perche' Steven e' abituato all'inglese ed io non mi faccio problemi a fare un pranzo alle 10 con birra inclusa (a Londra era la regola).
A cena invece ci abbandoniamo alle zuppe (borsch con cipolle pomodori ed altre con dentro pasta e carne di manzo) e alla carne che ci viene data. Prendiamo quello che hanno anche perche' nella guida traducono frasi tipo "posso avere una caucasica al forno?" "vorrei uno stufato d'orso". Siamo riusciti a chiedere pero' "la specialita' di giornata" che chiesta in un Caфe' (come si scrive qui') fa un po ridere.
Oggi l'incontro con una lepre mannara, alta non meno di 40 cm rincorreva un uccello sulla strada correndo come un cane; voltatasi verso di noi presentava sintomi da belva affamata con enormi occhi a palla e dentoni lunghi sporgenti sbavanti. Da oggi ho delle resistenze sul campeggio libero.
La strada e' a posto, sole tutto il giorno. Recuperiamo 4 kg d'olio (sempre motore) e la lampadina delle posizioni posteriore della Moto di Steve.
Chiudiamo dopo 520 Km a 50 Km da Novosibirsk.
Bene noi , bene le Moto.

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