Oggi c'e' un sole deciso e fa caldo, teniamo i paramani ma svestiamo tute da pioggia, sottocaschi e guanti. Ormai i lay out delle Moto sono definitivi con Steven che ha deciso per i due pneumatici fuoristrada a lato ed io che ho il pneumatico posteriore sopra il bauletto tipo ruota di scorta di auto fuoristrada. Entrambi teniamo lo zaino legato dietro la schiena per poterci appoggiare nelle lunghe ore di viaggio, cosa che rende la sella utilizzabile simile ad una cellula di formula 1 viste le borse sui serbatoi. Durante la marcia ci spostiamo a destra e sinistra, in avanti o indietro per portare il peso su di una parte o dall'altra della schiena e dei glutei, cio' rende ridicolo il guardarsi in pose plastiche dove l'unica costante e' la mano destra obbligata a rimanere dentro il paramano per dare gas.
E' il quindicesimo giorno di viaggio, abbiamo percorso circa seimila Km. E Milano e' ancora piu' vicina di Vladivostok.
Ci alterniamo davanti ora e i cenni che ci facciamo sono per le necessita' di sosta e di conferma che tutto vada bene. Per il resto sono tutte ore perse ognuno nei propri pensieri.
Io mi perdo nel pensare che ho sempre inventato soprannomi o modi di dire le cose, anche mia sorella lo fa e li mette nei suoi romanzi inventando un nuovo modo di scrivere.
Alle medie inventai "ciccillo". Era per il mio professore di musica, alto.. imponente.. lui aveva gli occhi anche dietro e si accorgeva ogni volta che gli facevamo i pirla alle spalle. Se oggi so che cosa sia il "dolce stil novo" e' di sicuro merito suo. Un'estate con suo figlio Federico, il Fabione, il Cudega e il Paolo facciamo la squadretta e il Prof viene a farci il guardalinee. Faccio gol alla fine di una partita con animi surriscaldati e girandomi vedo "ciccillone" (negli anni il diminutivo era passato a Federico) che mulina la bandierina con le sue classiche labbra chiuse e sporte in avanti a sibilare un "uuuu", io corro e rido.. assorbe gli 80 chili del mio abbraccio in corsa (di quelli braccia intorno al collo e gambe a cingere il pancione) senza smuoversi di un millimetro. Ma quell'abbraccio non era per il gol, era perche' gli volevo bene.
Dopo 500 Km ci fermiamo dove ? In un Motel lungo la strada dove incontriamo di nuovo Costia e questa volta vuole fare festa. Con i suoi due amici (guidano due camion e lui sostiene di essere il Boss..la conferma viene dal fatto che lui beve e gli altri due no) saliamo nel camion e lui tira fuori la cena e la vodka. Dopo una bottiglia in tre (se non finisci il bicchiere in un sorso sei uno sfigato) sosteniamo una difficilissima conversazione cirillica e scattando foto ne viene fuori una dove lui sembra avere il braccio teso in un saluto romano. I suoi amici si rovesciano dalle risate, lui no. Toglie tutto..berretto felpa maglietta.. salta fuori un tatuaggio sulla spalla..104 wild division Armata Rossa Afganisthan, paracadutista incursore. Anche noi siamo Pompieri Incursori.. un po' di autoironia per tutti. Mi regala 10 Rubli CCCP con l'effige di Lenin. Ci salutiamo tutti da amici e mi sembra che sia arrivato il momento della Russia vera.
Chiudiamo appena dopo Omsk, a 600 Km da Novosibirsk. La strada ricalca la giornata di ieri.
Bene noi bene le Moto.
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